IN CHE MODO LE ARTI MARZIALI DIFFERISCONO L’UNA DALL’ALTRA?

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IN CHE MODO LE ARTI MARZIALI DIFFERISCONO L’UNA DALL’ALTRA?

Ho iniziato la pratica del Taekwon-Do molto piccolo, e anche io ho chiesto cosa fosse il Taekwon-Do.

Bene o male tutti avevano un’idea di cosa fosse il Karate o il Kung Fu, ma il Taekwon-Do non era molto conosciuto, tanto che la definizione che mi era stata data e che poi io ho dato in seguito era “Il Taekwon-Do è il Karate Coreano”.

 Oggi il Taekwon-Do è molto più conosciuto, nonostante tutto ancora qualcuno mi chiede in cosa consista.

 

Inoltre mi capita spesso che mi chiedano se una tecnica sia di Taekwon-Do oppure se è copiata da un’altra arte marziale.

 

 

Le arti marziali si basano su principi fisici e biologici, partendo al principio che il corpo umano si evolve molto lentamente, è rimasto comunque il corpo di migliaia di anni fa, pertanto anche all’epoca della formazione e sviluppo delle arti marziali.

 

 

Perché l’esecuzione di un tecnica sia efficace e potente, questa dovrà essere effettuata seguendo i giusti principi biomeccanici.

 

 

Se dovessimo chiedere a dei praticanti di Karate, Kickboxing, Taekwon-Do o pugilato di eseguire il pugno più forte, probabilmente lo eseguiranno in modo differente a causa della loro abitudine nell’esecuzione, dettata dalla loro disciplina. Se tutti eseguissero la tecnica di pugno nello stesso modo, probabilmente
otterrebbero lo stesso risultato.

 

 

Ciò che differenzia il pugno è la dinamica, la modalità di esecuzione, che si differenzia da arte ad arte, imponendo vantaggi e svantaggi.

 

 

I profani possono discutere di questo aspetto per ore, senza arrivare a nulla, mentre un marzialista per rispetto verso le altri arti marziali non si addentrerebbe mai in questo genere di discussioni.

 

 

Ogni arte marziale dunque ha la propria visione filosofica e pratica che la caratterizza e rende unica, affascinante ed appassionante.

 

 

Nonostante ciò, esistono diversi tipi di Karate e di Taekwon-Do, ma questo è dovuto al mero interesse personale, celato sotto i sani principi, che è la causa della divisione delle arti marziali.

 

 

Ciò che invece nel tempo ha influenzato le arti marziali stesse, sono state le competizioni e i doverosi limiti imposti dai regolamenti.

 

 

Accade così che per forza di cose non si possa colpire all’inguine, tuttavia nello studio delle tecniche tradizionali esistono tecniche di questo genere.

 

 

I regolamenti di gara hanno influenzato tanto le arti marziali da limitare il bagaglio tecnico utilizzabile, se pensiamo al Karate nel quale esistono le
spazzate, le tecniche di gamba sono limitate perché l’atleta è vulnerabile nel momento in cui le esegue, mentre nel Taekwon-Do la spazzata non è contemplata, e la tecnica di gamba è utilizzata maggiormente soprattutto al viso per ottenere punteggi più alti, tuttavia è vietato colpire alle gambe.

 

 

Purtroppo è facile confondere l’arte marziale, ovvero il bagaglio di tecniche codificate che spaziano tra tecniche di mano e di gamba con attacchi e parate rivolte ad ogni parte del corpo, con la parte sportiva dell’arte marziale che è giustamente limitata da regolamenti a tutela degli atleti.

 

 

Se ad esempio in una competizione di Taekwon-Do mettessimo delle corde per delimitare il quadrato di gara, otterremmo un ring da pugilato, e probabilmente gli atleti sembrerebbero due praticanti di Kickboxing.

 

 

A questo punto sta a noi scegliere l’arte marziale che maggiormente ci affascina, non esiste la scelta migliore ma solo quella che ci fa stare bene, ricordando che nulla vieta di accrescere il proprio bagaglio tecnico praticando più arti marziali.

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